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ItanaNews.com » Scienza    

 SCIENZA

 

Alla scoperta dei combustibili alternativi: il Biodiesel

dell'Ing Francesco Muscato

 

Il sempre maggior interesse verso problematiche ambientali soprattutto nei centri urbani ha condotto negli ultimi anni ad un utilizzo crescente di combustibili di origine vegetale. L’alternativa più promettente ai tradizionali combustibili diesel è costituita da quella classe di composti chimici che prende il nome di “esteri”, ottenuti per transesterificazione degli oli e dei grassi. Tali prodotti, comunemente denominati Biodiesel, hanno il vantaggio di un minor impatto ambientale, riducendo quasi a zero le emissioni di sostanze inquinanti.

L’utilizzo di oli vegetali nei motori diesel non è un’idea nuova. Lo stesso Rudolf Diesel testò il suo motore diesel con olio di arachidi e nei primi del 1900 si costruirono piccoli motori capaci di funzionare sia con gasolio che con olio vegetale.

Più di recente, durante la Seconda Guerra Mondiale, l’olio di palma venne usato come combustibile in motori marini e nei trasporti in molte zone del Nord dell’Africa.

In test di breve durata, i combustibili derivati da oli vegetali hanno delle prestazioni abbastanza buone. I problemi sorgono solo dopo che il motore è stato utilizzato per periodi di tempo più lungo e sono: formazioni di incrostazioni sugli iniettori tali da rendere difficile l’atomizzazione del combustibile utilizzato, depositi carboniosi che creano inclusioni negli orifizi e formazione di gel nell’olio lubrificante in seguito alla contaminazione con l’olio vegetale. Non sembra, invece, che ci siano problemi con l’ultima generazione di motori diesel, i “common – rail “ a patto di aumentare la pressione di iniezione di 100 bar; questi motori, infatti, si avvalgono di una pompa ad alta pressione (1000 – 1500 bar) e di un unico condotto ( rampa comune = common rail ) per collegare la pompa stessa a tutti i singoli iniettori, e tale aumento di pressione bilancia l’aumento di viscosità del biodiesel rispetto al gasolio tradizionale.

Attualmente in Francia il 50% delle autovetture diesel consuma un 5% di biodiesel miscelato al gasolio e particolari veicoli, come autobus e taxi, usano una miscela in cui la percentuale di biodiesel arriva al 30%.

L’Italia, come anche l’Europa, è fortemente dipendente da altri paesi dal punto di vista energetico; l’80% del fabbisogno energetico (petrolio e gas naturale) deriva da paesi a forte instabilità politica e sociale (Iran, Iraq, Kuwait ad esempio). Si comprende come una sostituzione anche parziale dei combustibili tradizionali con quelli alternativi svincolerebbe l’Europa da questa situazione di dipendenza.

 

Aspetti Ambientali (rispetto al gasolio tradizionale)

 

Anidride Carbonica: Le emissione sono le stesse; l’aspetto importante è la rinnovabilità, cioè la CO2 emessa durante la combustione viene riutilizzata dalla cultura (soia, girasole, colza ….) per il suo sviluppo.

Idrocarburi: Gli idrocarburi prodotti sono minori del 15 % circa.

Monossido di carbonio: Le emissioni sono notevolmente minori, anche del 40%, indicando una combustione migliore del biodiesel.

Biossido di Zolfo: Il biodiesel, derivando da prodotti vegetali, non contiene zolfo e quindi le emissioni risultano nulle.

Particolato: Si osserva una minore produzione di particelle durante la combustione e inoltre queste risultano di dimensioni maggiori e quindi difficilmente inalabili dall’uomo.

Ossidi di Azoto: Rappresenta l’unico neo del biodiesel; le emissioni aumentano del 10 – 13%, a causa dell’elevato contenuto di ossigeno del biodiesel stesso.

 

Sviluppi futuri

Attualmente il biodiesel è considerato come un punto di mezzo tra i combustibili tradizionali di origine fossile e i combustibili a emissioni zero: tra questi ricordiamo l’idrogeno che emette come gas di combustione esclusivamente acqua pura. Il problema maggiore è costituito dai costi ancora molto alti per lo stoccaggio dell’idrogeno liquido, che richiede serbatoi pressurizzati a temperature criogeniche e quindi la difficoltà di creare una rete di distribuzione efficace. Comunque, il procedere della tecnologia fa ben sperare per la risoluzione di questi problemi tecnici nel giro di pochi anni, anche se molte perplessità restano sulla reale volontà di chi ci governa di sostituire i combustibili tradizionali a causa degli immensi interessi economici e politici che il petrolio ancora genera.  

 

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