Il
sempre maggior interesse verso problematiche ambientali soprattutto
nei centri urbani ha condotto negli ultimi anni ad un utilizzo
crescente di combustibili di origine vegetale. L’alternativa più
promettente ai tradizionali combustibili diesel è costituita da
quella classe di composti chimici che prende il nome di
“esteri”, ottenuti per transesterificazione degli oli e dei
grassi. Tali prodotti, comunemente denominati Biodiesel, hanno il
vantaggio di un minor impatto ambientale, riducendo quasi a zero le
emissioni di sostanze inquinanti.
L’utilizzo
di oli vegetali nei motori diesel non è un’idea nuova. Lo stesso
Rudolf Diesel testò il suo motore diesel con olio di arachidi e nei
primi del 1900 si costruirono piccoli motori capaci di funzionare
sia con gasolio che con olio vegetale.
Più
di recente, durante la Seconda Guerra Mondiale, l’olio di palma
venne usato come combustibile in motori marini e nei trasporti in
molte zone del Nord dell’Africa.
In
test di breve durata, i combustibili derivati da oli vegetali hanno
delle prestazioni abbastanza buone. I problemi sorgono solo dopo che
il motore è stato utilizzato per periodi di tempo più lungo e
sono: formazioni di incrostazioni sugli iniettori tali da rendere
difficile l’atomizzazione del combustibile utilizzato, depositi
carboniosi che creano inclusioni negli orifizi e formazione di gel
nell’olio lubrificante in seguito alla contaminazione con l’olio
vegetale. Non sembra, invece, che ci siano problemi con l’ultima
generazione di motori diesel, i “common – rail “ a patto di
aumentare la pressione di iniezione di 100 bar; questi motori,
infatti, si avvalgono di una pompa ad alta pressione (1000
– 1500 bar) e di un unico condotto ( rampa comune = common rail )
per collegare la pompa stessa a tutti i singoli iniettori, e tale
aumento di pressione bilancia l’aumento di viscosità del
biodiesel rispetto al gasolio tradizionale.
Attualmente
in Francia il 50% delle autovetture diesel consuma un 5% di
biodiesel miscelato al gasolio e particolari veicoli, come autobus e
taxi, usano una miscela in cui la percentuale di biodiesel arriva al
30%.
L’Italia,
come anche l’Europa, è fortemente dipendente da altri paesi dal
punto di vista energetico; l’80% del fabbisogno energetico
(petrolio e gas naturale) deriva da paesi a forte instabilità
politica e sociale (Iran, Iraq, Kuwait ad esempio). Si comprende
come una sostituzione anche parziale dei combustibili tradizionali
con quelli alternativi svincolerebbe l’Europa da questa situazione
di dipendenza.
Aspetti
Ambientali (rispetto al gasolio tradizionale)
Anidride
Carbonica: Le emissione sono le stesse; l’aspetto importante è la
rinnovabilità, cioè la CO2 emessa durante la combustione viene
riutilizzata dalla cultura (soia, girasole, colza ….) per il suo
sviluppo.
Idrocarburi:
Gli idrocarburi prodotti sono minori del 15 % circa.
Monossido
di carbonio: Le emissioni sono notevolmente minori, anche del 40%,
indicando una combustione migliore del biodiesel.
Biossido
di Zolfo: Il biodiesel, derivando da prodotti vegetali, non contiene
zolfo e quindi le emissioni risultano nulle.
Particolato:
Si osserva una minore produzione di particelle durante la
combustione e inoltre queste risultano di dimensioni maggiori e
quindi difficilmente inalabili dall’uomo.
Ossidi
di Azoto: Rappresenta l’unico neo del biodiesel; le emissioni
aumentano del 10 – 13%, a causa dell’elevato contenuto di
ossigeno del biodiesel stesso.
Sviluppi
futuri
Attualmente
il biodiesel è considerato come un punto di mezzo tra i
combustibili tradizionali di origine fossile e i combustibili a
emissioni zero: tra questi ricordiamo l’idrogeno che emette come
gas di combustione esclusivamente acqua pura. Il problema maggiore
è costituito dai costi ancora molto alti per lo stoccaggio
dell’idrogeno liquido, che richiede serbatoi pressurizzati a
temperature criogeniche e quindi la difficoltà di creare una rete
di distribuzione efficace. Comunque, il procedere della tecnologia
fa ben sperare per la risoluzione di questi problemi tecnici nel
giro di pochi anni, anche se molte perplessità restano sulla reale
volontà di chi ci governa di sostituire i combustibili tradizionali
a causa degli immensi interessi economici e politici che il petrolio
ancora genera. |