Che le
emozioni, positive e/o negative, sopravvivano alla nostra morte
fisica è per molti una realtà.
Apparizioni, conoscenza di fatti del passato o del futuro, rientrano
in questa teoria. Così si spiegherebbero molte cose, compresi i
fenomeni delle "battaglie prigioniere nel tempo" che continuano a
mandare elementi e dettagli del loro svolgersi per secoli. E'
successo per circa 400 anni per le Termopili (Pausania ne parla
chiaramente), per molte battaglie del medioevo, per lo sbarco in
Normandia e quello di Anzio. Così alcune persone, in gita di
piacere, si ritrovano immerse, più o meno chiaramente, in brandelli
di storia già vissuta. Presente continuo, forse, ma la paura dei
"malcapitati" è immediata e fuori misura. Ne sanno qualcosa due
signore inglesi che il 4 agosto 1951, mentre erano in vacanza a
Dieppe, in Normandia, si trovarono, dalle 4 alle 6,55 del mattino,
nel mezzo di un frastuono di cannonate, di fucilerie varie e di
sibili di bombardieri in picchiata.
A
volte, eventi di forte carica emotiva vengono, in vario modo,
percepiti e descritti. Nel 1898 lo scrittore Morgan Robertson, nel
suo romanzo "Futility", racconta la storia di una nave carica di
passeggeri, ritenuta inaffondabile, che si inabissa dopo lo scontro
con un iceberg. Leggendo la storia si rimane sorpresi: molti
dettagli corrispondono con il disastro del Titanic, avvenuto 14 anni
dopo. Troppi "elementi" per essere dovuti al "puro caso".
In
qualche modo tutti noi sappiamo ciò che deve accadere: ma solo
raramente, a causa della non giusta preparazione, riusciamo a
rendere cosciente la nostra logica di queste informazioni. Destino
unico, allora? Penso proprio di no. Ci sono degli eventi fissi, ma
noi possiamo evitarli o ridurne gli effetti negativi.
W.E.Cox,
analizzando tutti gli incidenti ferroviari americani, con scadenza
di mesi e di anni, dimostrò che i treni coinvolti, trasportavano un
numero inferiore di persone rispetto alla media dei dieci giorni
precedenti. Molti erano sfuggiti ai "disastri" per una specie di
premonizione inconscia. Varrebbe la pena saperne di più.
Nel
1932, l'America fu scossa per il rapimento del figlio di Lindbergh e
la Harvard Psychological Clinic fece pubblicare su vari giornali la
richiesta di ricevere dei sogni che avessero delle attinenze con il
caso. Arrivarono molte risposte, 1300 prima dell'epilogo del tragico
episodio, quando il corpo senza vita del bambino fu ritrovato
sepolto in un bosco ed il presunto assassino fu identificato in un
ex galeotto tedesco di nome Hauptmann. Molti sogni avevano
l'informazione che l'artefice del crimine fosse "uno straniero" e
sette indicavano la collocazione del corpo ed il modo della
sepoltura (Murray e Wheeler, 1937).
Per
finire con i riferimenti, basta citare gli atti ufficiali del
processo Moro dove sono incluse le testimonianze delle persone che,
durante una seduta spiritica per cercare un "contatto" con la mente
dello statista rapito, dissero: "GRADOLI". Qualcosa fu fatto, in
effetti. Si circondò il paese Gradoli nel Viterbese, ma nessuno
pensò, da quanto ci è dato sapere, di approfondire le ricerche a
Roma, in via Gradoli. |
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