Abbiamo posto 8 domande sul tema Alitalia a Fabrizio Tomaselli, Coordinatore Nazionale dell'SDL, Sindacato dei Lavoratori Intercategoriale.

Purtroppo gli utenti sono sicuramente in difficoltà in una situazione come l'attuale e ciò non fa certo piacere a chi ogni giorno vive ed opera tra i nostri passeggeri, condividendo spesso con loro le conseguenze delle carenze organizzative dell'azienda. Le responsabilità non possono però essere scaricate sui lavoratori che sono cittadini come gli altri utenti. Le responsabilità nella vicenda Alitalia/CAI sono esclusivamente dell'azienda che non ha rispettato gli impegni precedentemente concordati e sottoscritti e del Governo che invece di svolgere il suo istituzionale ruolo di mediatore e garante si è apertamente schierato con CAI.

Ciò è sicuramente vero ed è per questo motivo che sino ad oggi abbiamo fatto salti mortali per assicurare un servizio efficiente e continuativo. La stessa cosa non ha fatto l'azienda. D'altra parte i nuovi “padroni” di Alitalia non sono certo molto esperti di trasporto aereo: evidentemente non comprendono che la credibilità di un'azienda si costruisce giorno per giorno e che il personale in una compagnia aerea rappresenta il vero valore aggiunto per il suo successo. Chi tratta male i propri dipendenti difficilmente riesce a trattare bene i propri clienti.

Domanda: Il gruppo Meridiana/Eurofly ha fatto richiesta di una parte dei dipendenti Alitalia e degli Slot Alitalia. Ponendo come certezza il fatto che Alitalia non potrà andare avanti in questo modo, preferite andare verso uno smembramento dell’Alitalia o tutti insieme a CAI? E le compagnie low cost? potrebbero essere una valida alternativa per voi?

L'alternativa vera per i lavoratori e soprattutto per il Paese è avere una compagnia aerea di bandiera grande ed efficiente come la Francia, la Germania, la Gran Bretagna o la Spagna. Soltanto avendo una grande compagnia aerea di riferimento nazionale si utilizzano le enormi potenzialità che essa esprime anche nell'integrazione con altri settori produttivi, dal turismo, al commercio all'industria. Lo smembramento di Alitalia rappresenterebbe una sconfitta enorme per l'Italia che perderebbe l'ennesimo settore industriale. Quanto alle low-cost, forti soprattutto in Italia ma non in Paesi (primo fra tutti la Francia) che curano gli interessi nazionali molto meglio di noi italiani, esse rappresentano in Italia il classico esempio di una liberalizzazione senza regole che distrugge il mercato e non produce reddito se non per chi le gestisce.

Domanda: Sicuramente sono e saranno settimane difficili, ma c’è un colpevole? Si può fare una lista delle persone che in questi anni hanno veramente esagerato, usando Alitalia come mezzo politico o di affari per i loro interessi? Oppure finirà all’italiana, con nessun colpevole?

Si dovrebbe stilare una lunga lista dei veri “colpevoli”, ma sicuramente al primo posto metto i partiti senza alcuna differenza di schieramento. La stessa politica che oggi si scaglia violentemente contro i lavoratori che difendono i propri posti di lavoro ed il futuro di migliaia di precari è quella che ha utilizzato Alitalia quale serbatoio di voti e per pratiche “clientelari”. Ma i vertici aziendali che si sono succeduti in questi decenni, anch'essi di nomina “partitica”, hanno grandissime responsabilità. Al terzo posto metterei il sindacato confederale che da anni cogestisce l'azienda e che oggi si scaglia invece contro chi rappresenta realmente i lavoratori. I veri “corporativi” sono proprio loro, nel senso che difendono gli interessi delle proprie organizzazioni e non più quelli dei lavoratori.

Domanda: CAI vuole acquistare gli aerei Alitalia, prendere i dipendenti Alitalia e le rotte Alitalia. Ma gli conviene? Gli aerei non sono sicuramente i più nuovi sul mercato. I dipendenti Alitalia non sono i più teneri del mercato e le rotte coperte da Alitalia, tolta la Milano/Roma, non sono tante. Non conveniva (per loro) creare una compagnia nuova di zecca, aspettare che Alitalia fallisse e magari comprare il tutto ad un prezzo inferiore?

Mi permetto di affermare che questo è uno schema di ragionamento un po' troppo semplicistico. Gran parte degli aerei Alitalia non sono vecchi e sono comunque tutti in perfetta efficienza in quanto il nostro personale delle manutenzioni è altamente specializzato. I dipendenti, dal pilota all'operaio, dall'assistente di volo all'impiegato, rappresentano poi professionalità che non sono assolutamente sostituibili e che da anni, nonostante le inefficienze dell'azienda e dell'intero settore del trasporto aereo italiano, sono riusciti ad assicurare sicurezza ed efficienza.

Esiste poi un fattore sociale che non può certo essere sottovalutato e che riguarda la vita ed il futuro di decine di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie.

Domanda: Possibile che bastano 200 persone per bloccare la maggior parte dei voli Alitalia?

L'attuale situazione di difficoltà operativa di Alitalia non dipende dallo sciopero indetto lunedì, come appare su certa stampa. Infatti lo sciopero fuori dalle regole indetto non dal sindacato ma da un Comitato, al quale è seguita l'immediata precettazione del Ministro Matteoli, in realtà non è mai iniziato. Nessun lavoratore ha scioperato.

Questo sarà presto chiaro quando l'Alitalia, come previsto dalla legge, dovrà fornire i nominativi dei “presunti scioperanti”: il numero sarà uguale a zero.

I lavoratori si stanno invece attenendo scrupolosamente, come sempre, alle norme di sicurezza ed a quelle previste dai regolamenti aziendali ed Enac (Ente nazionale per l'aviazione civile)

Domanda: I sindacati confederati hanno firmato l’accordo, gli altri sindacati, quelli autonomi non firmano perché dicono che l’accordo è cambiato. Cosa diceva questo accordo? Di quali somme si sta parlando?

SdL intercategoriale non è un sindacato autonomo ma un sindacato di base.

Per entrare nel merito degli accordi ci vorrebbe molto tempo e troppe pagine ma, per sintetizzare, gli accordi di settembre sottoscritti da tutte le sigle sindacali prevedevano alcuni istituti contrattuali da integrare in una disciplina contrattuale vigente (quella di Airone). Invece di fare ciò CAI ha preso in esame non l'ultimo contratto Airone (2007), ma quello più favorevole per lei (2001), non ha considerato una lunghissima serie di accordi che hanno valenza contrattuale e che sono più favorevoli per i lavoratori e comunque ha peggiorato sensibilmente anche il contratto Airone del 2001.

Inoltre i criteri di assunzione in CAI non sono stati neanche concordati e da una parte lasciano assoluta discrezionalità all'azienda (nonostante essa percepirà soldi dallo Stato per ogni lavoratore in cassa integrazione assunto (circa 250 milioni di euro) e dall'altra producono “mostri sociali”. Potrebbero non essere assunti lavoratori in part-time, madri in astensione facoltativa per maternità, lavoratori e lavoratrici che usufruiscono di specifiche agevolazioni previste dalla legge 104 per accudire figli maggiorenni, genitori, mogli e mariti che hanno gravi problemi fisici.

Insomma CAI ha disatteso e stravolto gli accordi del settembre scorso ed i sindacati confederali, per ragioni puramente politiche, hanno condiviso una decisione che rappresenta una gravissima offesa al diritto, agli accordi precedentemente sottoscritti ed alla dignità di chi lavora.

Questa filosofia, oggi sperimentata in Alitalia, domani sarà naturalmente applicata in tutte le aziende, in crisi o meno, seppellendo così ogni regola di democrazia e di rispetto della reale rappresentatività sindacale.

Domanda: Come va a finire?

Noi riteniamo che si possa e si debba riprendere la trattativa dal punto in cui è stata violentemente interrotta da CAI. Di certo, sino a quando non cambieranno le cose e non sarà ristabilito il diritto e la legalità che riteniamo violati, non smetteremo di opporci all'azione di soggetti che stanno operando come se l'intera partita Alitalia fosse un investimento finanziario sostenuto dalla politica, piuttosto che il concreto rilancio di una delle più grandi industrie italiane.